domenica 30 ottobre 2016

Wien


by leo bellandi de clemente
chinatown


by leo bellandi de clemente
Milano palazzo reale 2015


by leo bellandi de clemente

Wien 

by leonardo bellandi de clemente






https://twitter.com/leobellandi





Sono le immagini di una natura lontana dal reale, grafica e bidimensionale, nelle quali l’impressione soggettiva supera l’intento descrittivo e va oltre, alla ricerca di una forma estetica che ne rappresenti l’essenza: è un paesaggio ancora maestoso, misterioso, che affascina e stupisce.
Collocate al di fuori dello spazio e del tempo, poetiche e astratte, mai aiutate da interventi formali sull’immagine, varie visioni convivono in ogni opera per meglio raccontare universi potenti e luminosi ma nel contempo - per contrasto - segreti, essenziali, superbi di fronte alla minaccia dei cambiamenti climatici. 
Le forme accennate, il “vuoto” e l’uso antinaturalistico del colore, in questo caso per sottrazione, si ispirano alla fotografia giapponese di fine ottocento. 
La mostra è la fase iniziale di un progetto di salvaguardia - insieme leggero e provocatorio - all’interno del quale non si grida allo scandalo per la mancata tutela dell’ambiente ma lo si sussurra, comunicando attraverso 8 storie la profonda malinconia per uno stato ambientale che non tornerà. 
È un’esortazione forte e silenziosa ad agire, affinché la poesia della natura non si perda per sempre.

Potrebbe essere la prima tappa di una mostra itinerante a testimonianza della necessità impellente di azioni concrete per salvare il pianeta. 









These are images of a nature which is far from reality, graphic and two dimensional, in which the subjective impression surpasses the descriptive momentum and goes further, searching for an aesthetic form representing its essence: it is a still imposing, mysterious landscape, intrigu- ing and surprising.
Placed outside space and time, poetic and abstract, unaided by photo editing, several visions live together in every work to better tell of powerful and luminous universes, though - by contrast - secret, essential, superb, facing the threat of climate change.
The suggested shapes, the “emptiness” and the antinaturalistic use of colour subtracting it, in this case - are inspired by Japanese photography of the end of nineteenth century.
This exhibition represents the initial phase of a project with the aim of protecting the environ- ment - and at the same time is light-hearted and provocative - which does not make a scan- dal out of missing environmental protection measures but whispers, through 8 stories, deep melancholy for an environmental state that will never return
It is a strong and silent exhortation to act, in order that the poetry of nature is not lost forever.
This could be the first stage of a travelling exhibition with the purpose of bearing witness to the compelling need for concrete actions to save the planet.
                                                                 


Sono le immagini di una natura lontana dal reale, grafica e bidimensionale, nelle quali l’impressione soggettiva supera l’intento descrittivo e va oltre, alla ricerca di una forma estetica che ne rappresenti l’essenza: è un paesaggio ancora maestoso, misterioso, che affascina e stupisce.
Collocate al di fuori dello spazio e del tempo, poetiche e astratte, mai aiutate da interventi formali sull’immagine, varie visioni convivono in ogni opera per meglio raccontare universi potenti e luminosi ma nel contempo - per contrasto - segreti, essenziali, superbi di fronte alla minaccia dei cambiamenti climatici.
Le forme accennate, il “vuoto” e l’uso antinaturalistico del colore, in questo caso per sottrazione, si ispirano alla fotografia giapponese di fine ottocento.
La mostra è la fase iniziale di un progetto di salvaguardia - insieme leggero e provocatorio - all’interno del quale non si grida allo scandalo per la mancata tutela dell’ambiente ma lo si sussurra, comunicando attraverso 8 storie la profonda malinconia per uno stato ambientale che non tornerà.
È un’esortazione forte e silenziosa ad agire, affinché la poesia della natura non si perda per sempre.

Potrebbe essere la prima tappa di una mostra itinerante a testimonianza della necessità impellente di azioni concrete per salvare il pianeta.





These are images of a nature which is far from reality, graphic and two dimensional, in which the subjective impression surpasses the descriptive momentum and goes further, searching for an aesthetic form representing its essence: it is a still imposing, mysterious landscape, intrigu- ing and surprising.
Placed outside space and time, poetic and abstract, unaided by photo editing, several visions live together in every work to better tell of powerful and luminous universes, though - by contrast - secret, essential, superb, facing the threat of climate change.
The suggested shapes, the “emptiness” and the antinaturalistic use of colour subtracting it, in this case - are inspired by Japanese photography of the end of nineteenth century.
This exhibition represents the initial phase of a project with the aim of protecting the environ- ment - and at the same time is light-hearted and provocative - which does not make a scan- dal out of missing environmental protection measures but whispers, through 8 stories, deep melancholy for an environmental state that will never return
It is a strong and silent exhortation to act, in order that the poetry of nature is not lost forever.
This could be the first stage of a travelling exhibition with the purpose of bearing witness to the compelling need for concrete actions to save the planet.
                                                                 


Sono le immagini di una natura lontana dal reale, grafica e bidimensionale, nelle quali l’impressione soggettiva supera l’intento descrittivo e va oltre, alla ricerca di una forma estetica che ne rappresenti l’essenza: è un paesaggio ancora maestoso, misterioso, che affascina e stupisce.
Collocate al di fuori dello spazio e del tempo, poetiche e astratte, mai aiutate da interventi formali sull’immagine, varie visioni convivono in ogni opera per meglio raccontare universi potenti e luminosi ma nel contempo - per contrasto - segreti, essenziali, superbi di fronte alla minaccia dei cambiamenti climatici.
Le forme accennate, il “vuoto” e l’uso antinaturalistico del colore, in questo caso per sottrazione, si ispirano alla fotografia giapponese di fine ottocento.
La mostra è la fase iniziale di un progetto di salvaguardia - insieme leggero e provocatorio - all’interno del quale non si grida allo scandalo per la mancata tutela dell’ambiente ma lo si sussurra, comunicando attraverso 8 storie la profonda malinconia per uno stato ambientale che non tornerà.
È un’esortazione forte e silenziosa ad agire, affinché la poesia della natura non si perda per sempre.

Potrebbe essere la prima tappa di una mostra itinerante a testimonianza della necessità impellente di azioni concrete per salvare il pianeta.





These are images of a nature which is far from reality, graphic and two dimensional, in which the subjective impression surpasses the descriptive momentum and goes further, searching for an aesthetic form representing its essence: it is a still imposing, mysterious landscape, intrigu- ing and surprising.
Placed outside space and time, poetic and abstract, unaided by photo editing, several visions live together in every work to better tell of powerful and luminous universes, though - by contrast - secret, essential, superb, facing the threat of climate change.
The suggested shapes, the “emptiness” and the antinaturalistic use of colour subtracting it, in this case - are inspired by Japanese photography of the end of nineteenth century.
This exhibition represents the initial phase of a project with the aim of protecting the environ- ment - and at the same time is light-hearted and provocative - which does not make a scan- dal out of missing environmental protection measures but whispers, through 8 stories, deep melancholy for an environmental state that will never return
It is a strong and silent exhortation to act, in order that the poetry of nature is not lost forever.
This could be the first stage of a travelling exhibition with the purpose of bearing witness to the compelling need for concrete actions to save the planet.
                                                                 


Sono le immagini di una natura lontana dal reale, grafica e bidimensionale, nelle quali l’impressione soggettiva supera l’intento descrittivo e va oltre, alla ricerca di una forma estetica che ne rappresenti l’essenza: è un paesaggio ancora maestoso, misterioso, che affascina e stupisce.
Collocate al di fuori dello spazio e del tempo, poetiche e astratte, mai aiutate da interventi formali sull’immagine, varie visioni convivono in ogni opera per meglio raccontare universi potenti e luminosi ma nel contempo - per contrasto - segreti, essenziali, superbi di fronte alla minaccia dei cambiamenti climatici.
Le forme accennate, il “vuoto” e l’uso antinaturalistico del colore, in questo caso per sottrazione, si ispirano alla fotografia giapponese di fine ottocento.
La mostra è la fase iniziale di un progetto di salvaguardia - insieme leggero e provocatorio - all’interno del quale non si grida allo scandalo per la mancata tutela dell’ambiente ma lo si sussurra, comunicando attraverso 8 storie la profonda malinconia per uno stato ambientale che non tornerà.
È un’esortazione forte e silenziosa ad agire, affinché la poesia della natura non si perda per sempre.

Potrebbe essere la prima tappa di una mostra itinerante a testimonianza della necessità impellente di azioni concrete per salvare il pianeta.



giovedì 27 ottobre 2016

La fotografia


venezia
                                      artistica e presunta tale...è forse uno dei fenomeni più