domenica 30 ottobre 2016



Sono le immagini di una natura lontana dal reale, grafica e bidimensionale, nelle quali l’impressione soggettiva supera l’intento descrittivo e va oltre, alla ricerca di una forma estetica che ne rappresenti l’essenza: è un paesaggio ancora maestoso, misterioso, che affascina e stupisce.
Collocate al di fuori dello spazio e del tempo, poetiche e astratte, mai aiutate da interventi formali sull’immagine, varie visioni convivono in ogni opera per meglio raccontare universi potenti e luminosi ma nel contempo - per contrasto - segreti, essenziali, superbi di fronte alla minaccia dei cambiamenti climatici. 
Le forme accennate, il “vuoto” e l’uso antinaturalistico del colore, in questo caso per sottrazione, si ispirano alla fotografia giapponese di fine ottocento. 
La mostra è la fase iniziale di un progetto di salvaguardia - insieme leggero e provocatorio - all’interno del quale non si grida allo scandalo per la mancata tutela dell’ambiente ma lo si sussurra, comunicando attraverso 8 storie la profonda malinconia per uno stato ambientale che non tornerà. 
È un’esortazione forte e silenziosa ad agire, affinché la poesia della natura non si perda per sempre.

Potrebbe essere la prima tappa di una mostra itinerante a testimonianza della necessità impellente di azioni concrete per salvare il pianeta. 







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